Lunedì 12 settembre alle ore 08.00 i 1209 studenti dello storico Liceo “Carlo Botta” di Ivrea troveranno posto nelle 43 aule loro destinate. Non troveranno invece il secondo laboratorio multimediale-linguistico, sacrificato per lasciare posto alla quarantatreesima classe. Quello degli spazi è da tempo un problema esplosivo per personale e utenza del Liceo, che a fronte di una continua crescita nei numeri e nelle iniziative didattiche non ha ottenuto risposte adeguate dalle Istituzioni. Ancora una volta all’apertura dell’anno scolastico la Dirigente, Lucia Mongiano, ha dovuto comunicare a un Collegio Docenti che si aspettava finalmente buone notizie la mortificante prospettiva di sacrificare uno spazio essenziale per una didattica innovativa: delusione, rabbia, sfiducia i sentimenti prevalenti. Nessun ampliamento degli spazi a disposizione del Liceo è stato previsto dalle autorità competenti, né verso i locali attigui dell’ex tribunale, di proprietà dell’amministrazione comunale e già in parte assegnati alla Scuola fino agli anni ’80, né verso quelli dell’Opera Pia Moreno che ospita da anni la succursale del Liceo. Perché?
E dire che quello dell’ampliamento degli spazi del Liceo è un discorso in piedi da molto tempo: lo scorso anno, a seguito di diversi incontri e ispezioni tecniche, una soluzione sembrava possibile, ma tutto si è nuovamente bloccato a giugno, con le elezioni amministrative che hanno visto i noti cambiamenti al vertice della Città Metropolitana, dalla quale fanno sapere che non sussistono le condizioni finanziarie per intervenire: manca un bilancio approvato, mancano risorse, e mancheranno forse anche per il riscaldamento del prossimo inverno.
Esasperata, estenuata da promesse mai mantenute e da un lungo e logorante braccio di ferro, la Dirigente mette in evidenza come ancora una volta equilibrismi politici ed esigenze puramente contabili debbano prevalere sull’organizzazione di un servizio essenziale come la Scuola, il “solito refrain all’italiana, una vergogna che penalizza una scuola, il Liceo Botta, che da sempre alimenta e promuove la crescita di questo territorio”.
I docenti, anch’essi amareggiati, si domandano come sia possibile proseguire nella missione di favorire la crescita di coscienza civica e di responsabilità sociale in ragazzi che si vedono dimenticati, o peggio, in balia di forze preposte alla loro tutela e che invece li trascurano.
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