«Cercare chi si è non vuol dire dimenticare da dove si viene». È con questa idea di fondo che le studentesse della squadra «Borbottanti» del Liceo «Carlo Botta» di Ivrea, lo scorso 3 dicembre, al Polo del 900 di Torino, hanno ripercorso il romanzo Spatriati di Mario Desiati e vinto la gara di public speaking.
Organizzata per la prima volta all’interno della prestigiosa cornice del Festival del Classico torinese, la competizione ha invitato studentesse e studenti delle scuole interessate a scegliere un testo all’interno di una lista precedentemente fornita, il cui tema centrale era il lavoro. Ogni squadra, composta da tre persone, ha dovuto inizialmente realizzare, per la fase della selezione, un video di 3 minuti in cui raccontare il libro scelto; poi, le cinque migliori squadre sono state, appunto, invitate sabato scorso al Polo del 900 di Torino, per tenere un breve intervento della durata di 10 minuti, incentrato sempre sul libro scelto, nella forma del TEDx Talk. È questa una pratica ormai nota e diffusa, ultimamente sfruttata parecchio pure nella didattica, che prevede presentazioni sugli argomenti più vari, ma sempre molto dirette, briose, vivaci nello stile e nel ritmo, che siano suggestive e sappiano emozionare il pubblico.
Giada Cavallaro (5L Linguistico Cambridge Confucio) è stata la portavoce della squadra del Liceo «Botta»: abilissima nel suggerire una propria chiave di lettura del libro, ma soprattutto magistrale nel coinvolgere il pubblico e mantenerne viva l’attenzione per tutti i minuti della sua piacevolissima chiacchierata. Ad aiutarla sono state Cora Gasparini (5F Linguistico Internazionale Spagnolo) ed Elisa Bavarino (4C Classico della Comunicazione), autrici del testo poi condiviso con Giada. Fondamentale, d’altra parte, nel corso dei mesi passati a prepararsi in vista della sfida finale, anche il supporto delle amiche Giulia Fogagnolo (5L), Daniela Thacina e Sofia Dal Prà (4C), che hanno fornito tra l’altro preziosi suggerimenti per la costruzione delle diapositive che hanno accompagnato l’esibizione di Giada.
Le «Borbottanti» si sono concentrate nella loro performance sullo sradicamento vissuto dai protagonisti del romanzo di Desiati, Claudia e Francesco, giovani le cui vicende sono state da loro interpretate come esemplificative dello spaesamento delle nuove generazioni e della loro febbrile ma mai appagata ricerca di una nuova identità, sia sentimentale sia sociale sia lavorativa. A questo riguardo, brave, le «Borbottanti», a suggerire un confronto alla rovescia tra il mondo lavorativo di Claudia e Francesco, per i quali il lavoro diventa sempre più attività che sottrae tempo alla vita e che inaridisce l’animo, e la filosofia olivettiana ben presente a chi, come loro, viene dall’Eporedia, secondo la quale è possibile coniugare felicità personale e produttività. E brave anche, Giada, Cora ed Elisa, a cogliere nel vissuto di Claudia e Francesco un fenomeno divenuto attuale soprattutto in epoca post COVID, quello del quiet quitting, ossia la ricerca di impieghi che non comportino grossi carichi di lavoro e molte responsabilità, e che invece lascino parecchio tempo da dedicare a sé. D’altra parte, opportunamente, le «Borbottanti» hanno alla fine richiamato lo spunto di sapore diverso che sembra potersi comunque cogliere dalle ultime pagine del romanzo, nelle quali si racconta di come Francesco abbia trovato una via d’uscita al proprio disagio dedicandosi a un lavoro tradizionale a contato con la natura: una riscoperta delle radici che da metaforica è diventata per lui esperienza di vita concreta.
La giuria, composta da Elena Loewenthal (scrittrice e presidentessa del circolo dei Lettori), da Emiliano Paoletti (direttore del Polo del 900), da Tiziano Toracca (ricercatore presso l’Università degli Studi di Udine), da Fernando Salvetti (e-REAL Logosnet), ha decretato la vittoria di Giada, Cora ed Elisa quasi con punteggio pieno. La squadra del Liceo «Botta» ha così preceduto le altre finaliste, tutte torinesi, e cioè tre squadre del Liceo «Cavour» e una del Liceo «D’Azeglio», aggiudicandosi come premio un corso di scrittura presso la scuola Holden e la partecipazione a un Escape Room.
Soddisfatte e fiere le ragazze così come pure felici la preside, la professoressa Lucia Mongiano, e i docenti che le hanno guidate e accompagnate in questa esperienza, la professoressa Simona Enrietti e i professori Gabriele Tassinari e Michele Zaio, che fin dall’inizio hanno colto, dietro il pretesto della gara, l’alto valore educativo dell’iniziativa, che avrebbe infatti incentivato la lettura e permesso di esercitarsi a parlare in pubblico. L’occasione è stata tanto più ghiotta in quanto inoltre ha permesso di creare una amichevole e fruttuosissima collaborazione tra ragazze provenienti da indirizzi diversi e con diverse competenze, in linea con il progetto educativo portato avanti ormai da più anni dal Liceo «Botta», che vede nel confronto e nella condivisione laboratoriale momenti significativi della propria missione pedagogica.